ITC Teatro Stagione 2023-24
Teatro per pubblici diversi

Segnalare le coordinate di una stagione teatrale comporta la responsabilità di una scelta.  

È il biglietto da visita, il vestibolo, l’ingresso verso quel mondo (provvisorio e circoscritto, ma allo stesso tempo incommensurabile) che si prova a creare invitando chi, di quel mondo, ancora non fa parte. Per Gilles Deleuze la creazione è sempre un atto di resistenza: e l’atto di resistenza massima è opporsi alla morte. Cosa c’è di incoercibile alla morte se non la fisicità del corpo e della parola? Non sono questi i fondamenti del teatro? Fondamenti peraltro mai rigidi, ma costantemente fluidi, passibili di mescidanze e intrecci sorprendenti, in un perenne divenire che garantisce l’epifania, la meraviglia come unico stato di “percezione” in grado di accomunare gli atti creativi di cui si diceva. Forse perché nel mondo reale tutto si disperde nella superficie traslucida della comunicazione che rende tutto uguale. Mentre è solo dentro i varchi, nelle zone di passaggio, liminari, che ogni cosa si carica di una luce diversa e nuova.  
In questi attraversamenti sta anche il desiderio di riproporre formule che, prima o dopo lo spettacolo, consentano alla comunità degli spettatori di dialogare con le artiste e gli artisti, di incontrarli, interrogarli, stare insieme e che, oltre la visione, permettano la condivisione.  

Vediamo allora insieme quali sono le direttrici di questa stagione.  

Punta di diamante sarà ancora l’incontro con alcuni importanti nomi del teatro italiano, che, dopo il loro spettacolo, si confronteranno sui temi da esso innescati con personalità provenienti da altri ambiti e con un gruppo di giovani dai 15 ai 25 anni: in particolare Saverio La Ruina incontrerà Erika Capasso (presidente della Fondazione Innovazione Urbana) sul tema memoria e comunità, Ermanna Montanari si confronterà con Elena Buccoliero (sociologa) sul tema della violenza sulle donne, mentre Enzo Vetrano e Stefano Randisi dialogheranno con Marcello Fois sul tema dell’ossessione del male e sulle stragi. Modera Oliviero Ponte di Pino.  
Quindi, tre chicche che siamo davvero orgogliosi di ospitare rappresentano la novità di questa stagione. Si tratta di tre lavori al confine tra teatro, danza e teatro visuale e di figura, spettacoli di artisti e artiste davvero all’avanguardia nei loro rispettivi ambiti, in Italia e a livello internazionale: Untold del collettivo UnterWasser; Idem della Compagnia Abbondanza-Bertoni e Tchaïka della Compagnia Belova-Iacobelli. 
Ritroveremo poi il consueto contenitore dedicato al panorama italiano contemporaneo, con tre spettacoli ospiti, più una nuova produzione del Teatro dell’Argine: From Syria: is this a child? (Miriam Selima Fieno e Nicola Di Chio), Solo quando lavoro sono felice (Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa), Cassandra (Elisabetta Pozzi) e Da grande voglio fare l’aggettivo (Teatro dell’Argine). 
Altra riconferma sono gli appuntamenti di Solo all’ITC, con spettacoli in alcuni casi mai visti prima sul nostro territorio e che rappresentano anche un momento di incontro, oltre che tra gli artisti e il pubblico, anche con il popolo degli allievi e delle allieve del Teatro dell’Argine: SID di Cubo Teatro (vincitore del premio In-Box); Cattivo, con Tommaso Banfi per la regia di Giuliana Musso; L'Oreste di Accademia Perduta/Società per Attori; Una fuga in Egitto di Retablo; e Medea per strada di Teatro dei Borgia.  

Accanto e intorno a tutto questo, una miriade di possibilità di condivisione: oltre ai già citati incontri tematici attorno agli spettacoli dei maestri, arricchiti quest’anno da un momento conviviale, si riconfermano l’aperitivo con Le parole del teatro, a cura di Oliviero Ponte di Pino e Giulia Alonzo di Ateatro; gli incontri post-spettacolo con le compagnie; e i pranzi all’ARCI San Lazzaro, dimensioni intime in cui farsi raccontare i percorsi di alcuni degli artisti e delle artiste ospiti. 

Una stagione ricchissima, dunque, ancora una volta nella convinzione che il corpo e la parola siano l’inaggirabile fondamento non solo del teatro, ma anche delle relazioni umane. Ancora una volta nel segno dell’esserci. Di un qui e ora resistente e irriducibile alla banalità. Di un varco che sia transizione, ricerca, spaesamento, ricongiungimento. 

 

direzione artistica Compagnia Teatro dell’Argine 
in collaborazione con Comune di San Lazzaro di Savena 
con Città metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna, MiC Ministero della Cultura 
e con Ateatro e ARCI San Lazzaro  
partner di comunicazione Profili 
partner mediatico BolognaTeatro.it